I test genetici sono analisi di Dna, Rna, cromosomi, proteine, metaboliti o altro materiale biologico; vengono impiegati al fine di evidenziare la tendenza/predisposizione, o meno, a sviluppare una determinate mutazioni o patologie ereditabili anche prima che queste diventino conclamate.
Predisposizione però non significa necessariamente malattia. Attraverso quest’analisi, infatti, è possibile conoscere preventivamente il rischio e consentire una protezione maggiore con monitoraggio dello stato di salute a seconda della fascia di età o della familiarità.
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indica se il soggetto presenta o potrà sviluppare una riduzione dell’attività
dell’enzima lattasi su base genetica.
Il test può dare informazione sulla possibilità di andare incontro a un malassorbimento primario, ma non può verificare la predisposizione a un malassorbimento ‘secondario’ causato da un danno alla mucosa dell’intestino, ad esempio causato dal morbo
di Crohn. Il test genetico si differenzia dal Breath test in quanto quest’ultimo verifica se è presente malassorbimento per il lattosio, ma non è in grado di discriminare se la causa è genetica o secondaria.
indica se il soggetto presenta o potrà sviluppare una riduzione dell’attività
dell’enzima lattasi su base genetica.
Il test può dare informazione sulla possibilità di andare incontro a un malassorbimento primario, ma non può verificare la predisposizione a un malassorbimento ‘secondario’ causato da un danno alla mucosa dell’intestino, ad esempio causato dal morbo
di Crohn. Il test genetico si differenzia dal Breath test in quanto quest’ultimo verifica se è presente malassorbimento per il lattosio, ma non è in grado di discriminare se la causa è genetica o secondaria.
indica se il soggetto presenta o potrà sviluppare una riduzione dell’attività
dell’enzima lattasi su base genetica.
Il test può dare informazione sulla possibilità di andare incontro a un malassorbimento primario, ma non può verificare la predisposizione a un malassorbimento ‘secondario’ causato da un danno alla mucosa dell’intestino, ad esempio causato dal morbo
di Crohn. Il test genetico si differenzia dal Breath test in quanto quest’ultimo verifica se è presente malassorbimento per il lattosio, ma non è in grado di discriminare se la causa è genetica o secondaria.
ha valore predittivo in senso negativo, ovvero il non riscontro delle varianti
d’interesse esclude quasi totalmente la possibilità di sviluppare nel tempo la malattia celiaca. La presenza invece di una o più varianti sfavorevoli documenta la predisposizione genetica all’intolleranza al glutine e, quindi, la necessità di controllare i marcatori sierologici per la celiachia (ovvero gli anticorpi anti-transglutaminasi) ogni 2 anni.
nasce dall’incapacità di metabolizzare correttamente le quantità assunte a causa di un difetto genetico che limita la produzione degli enzimi coinvolti nel processo.
I segni e sintomi più comuni di sensibilità all’alcol sono congestione nasale e arrossamento della pelle.
In alcuni casi la sensibilità all’alcol e associata alla sensibilità ai solfiti. Per questi motivi il test può aiutare a capire se si ha una difficoltà a metabolizzare.
Permette di conoscere la propria predisposizione a sviluppare la sensibilità al Nichel, ed è quindi uno strumento importante per capire meglio il proprio organismo e scegliere un’alimentazione corretta.
Negli individui sani, alle dosi comunemente impiegate nell’industria alimentare, l’anidride solforosa è considerata un additivo sicuro. Nonostante questa sicurezza d’uso, l’anidride solforosa e i solfiti possono essere mal tollerati dalle persone ”ipersensibili ai solfiti”.
Il test aiuta a identificare i soggetti predisposti per i quali anche quantitativi modesti possono innescare reazioni di bassa tollerabilità a queste sostanze, ad esempio broncospasmo e altre reazioni allergiche.
La caffeina è metabolizzata nell’organismo dall’enzima Citocromo p450 1A2. Ogni persona possiede due copie del gene CYP1A2 (una copia ricevuta da ciascun genitore).
Sono due le varianti del gene che riguardano la metabolizzazione della caffeina nell’organismo: una variante codifica l’enzima che metabolizza la caffeina in maniera rapida, mentre l’altra quello a metabolizzazione lenta.
Il test è in grado di identificare la predisposizione di un individuo ad essere un metabolizzatore veloce o lento soprattutto in un’ottica di prevenzione di possibili patologie o disturbi. I metabolizzatori lenti devono monitorare la dose quotidiana; se la consumano in maniera eccessiva, infatti (più di 2 o 3 tazze di caffè
o 200 mg di caffeina a l giorno), possono avere effetti negativi sul loro organismo incluso un aumentato rischio di infarto.
Esiste una patologia che impedisce di mangiare frutta, verdura e in generale alimenti contenenti fruttosio: si chiama Hereditary Fructose Intolerance (HFI), letteralmente “intolleranza ereditaria al fruttosio”.
La malattia è causata dalla mutazione di un gene chiamato AldoB¸ che sintetizza un enzima fondamentale per poter utilizzare il fruttosio a fini energetici nel fegato.
l test è consigliato ai bambini in età da svezzamento, e a tutti coloro che hanno la necessità di indagare la propria intolleranza al fruttosio.
Permette di identificare alcuni marcatori genetici legati all’ereditarietà di una bassa densità minerale ossea individuando precocemente gli individui suscettibili a sviluppare
osteoporosi. In questo modo si può attivare una prevenzione mirata con terapie specifiche e modifiche allo stile di vita, tali da ridurre al massimo il rischio ambientale negli individui geneticamente predisposti a sviluppare la malattia in un prossimo futuro.
Il Test valuta la predisposizione genetica ad avere alti livelli di omocisteina nel sangue. Valori alti di omocisteina sono considerati fattori di rischio di problematiche cardiovascolari (aterosclerosi e infarto), cerebrovascolari (ictus) e vascolari (trombosi) e
sono associati anche a problemi di fertilità e a molte patologie autoimmuni, come per esempio l’artrite reumatoide e il lupus. Un’alimentazione adeguata, con un aumento del consumo di folati e vitamine, può limitare questo rischio.
Il Test permette di individuare se si abbia una maggiore predisposizione genetica all’obesità e al sovrappeso, cioé all’aumento dell’indice di massa corporea, motivo per cui si fa fatica a dimagrire e a mantenere il peso raggiunto. In sostanza chi è portatore della variante sfavorevole ha una tendenza su base genetica ad aumentare la massa grassa e a essere quindi esposto a tutti i rischi che si associano all’obesità, è dunque necessario controllare l’apporto calorico con la dieta e svolgere regolare attività fisica.
Il Test studia le varianti genetiche che determinano una diversa risposta alla dieta, relativamente alle patologie cardiovascolari, consentendo di definire le strategie alimentari personalizzate sulla risposta del singolo individuo ai nutrienti introdotti.
La strategia alimentare personalizzata permette di stabilire la quantità e la qualità dei nutrienti per ridurre il rischio delle persona di sviluppare le patologie intermedie (ipertensione, obesità, diabete) e pertanto diminuire il rischio di insorgenza di malattie
cardiovascolari.
Il test permette di valutare la predisposizione allo stress ossidativo, andando a valutare alcuni polimorfismi presenti in geni specifici che controllano la potenzialità delle attività antiossidanti, responsabile della risposta verso i radicali liberi (RL).
I RL sono altamente reattivi e possono indurre invecchiamento precoce dei tessuti (dalla pelle agli organi interni), danni a vene e arterie con conseguente predisposizione a malattie cardiovascolari come ictus e infarto cardiaco, fino a favorire malattie altamente
degenerative e alcuni tipi di tumore.
Si tratta di un test del DNA mirato all’individuazione di una serie di polimofismi/SNPs, cioè varianti genetiche relativamente comuni (presenti almeno nell’1% della popolazione) che possono comportare delle modifiche nella funzionalità di alcuni processi biologici (ad esempio aumentare la predisposizione a una disciplina sportiva rispetto a un’altra). I polimofismi/SNPs indagati in questo test sono
implicati in importanti processi metabolici:
• Controllo delle intolleranze
• Predisposizione agli sforzi di potenza o resistenza.
Il test, si basa sull’analisi di diversi polimorfismi genetici, (SNIPs) che esercitano un importante ruolo nel metabolismo dell’obesità, nei processi di detossificazione, nel processo infiammatorio, nell’attività antiossidante, nella sensibilità all’insulina, nello stato di salute del cuore e delle ossa, nonché sulla possibilità di verificare in modo definitivo l’intolleranza al glutine, al lattosio, ai solfiti e alla caffeina.
Risulta essere un’analisi utile a chi, per esempio, manifesta stanchezza, gonfiore, ipotonia e cefalea senza motivo apparente.